Durante la scorsa edizione del B-Geek, abbiamo avuto il piacere di intervistare Emiliano Sciarra, creatore di giochi da tavolo e videogiochi. Il suo gioco più famoso è senza dubbio "Bang!", un gioco da tavolo ambientato nel Far West. Emiliano ci ha spiegato come è nata l'idea, come si creano i giochi, e molto altro. Vi lasciamo al video dell'intervista e alla relativa trascrizione.
 


GamerClick.it: Salve amici di GamerClick.it, siamo qui con Emiliano Sciarra, creatore di giochi da tavolo e videogiochi. Partiamo subito dal tuo gioco più famoso: Bang. Presentalo un po’ per chi non dovesse conoscerlo.


Emiliano Sciarra
: Bang è un gioco di bluff, in cui c’è uno sceriffo aiutato da dei vice e ci sono dei fuorilegge che vogliono farlo fuori, e un rinnegato che persegue i suoi scopi e deve rimanere l’ultimo in vita. L’idea del gioco è che si sa solo chi è lo sceriffo e non si sa chi sono i fuorilegge, i vice, ecc. Quindi bisogna scoprirlo giocando e soprattutto parlando, che è uno dei motivi principali del gioco. Quindi tutto questo bluff inserito in un gioco vero e proprio. Poi si tiene conto anche della distanza con cui si possono attaccare gli avversari, quindi solo se sono ad una certa distanza, ovvero il numero di posti che separano i giocatori tra loro. E poi ci sono tutti i cliché tipici del far west: la diligenza, gli indiani, l’emporio e così via.

GC: Come ti è venuta l’idea di fare un gioco da tavolo ambientato nel far west? Hai sempre avuto una passione per il far west?

ES
: Io sono un appassionato medio, l’idea del far west è nata perché volevo rendere il gioco fruibile a tutti, perché se avessi scelto un’ambientazione fantasy o fantascientifica, non tutti sarebbero stati in grado di cogliere magari sia l’ironia sia l’ambientazione, non tutti sanno cos’è un blaster, mentre un Winchester tutti hanno presente cos’è. E poi il far west fa entrare subito i giocatori nell’idea della sfida, in cui proprio ci si guarda in cagnesco, quindi rende bene anche con l’ambientazione.

GC: Andando nel lato tecnico, come si crea un gioco da tavolo? Come si fa a creare tutte le regole, i personaggi, ecc.?

ES
: Creare un gioco da tavolo e un videogioco è più o meno la stessa cosa dal punto di vista del game design, quello che cambia nel videogioco sostanzialmente è la parte tecnica, in cui c’è tutta la programmazione, la grafica fatta in una certa maniera. Non c’è un modo univoco di creare giochi, ogni autore ha la sua strada. Di base ci sono dei punti fermi, si parte da un’idea che poi va raffinata. Le idee si pagano un tot al chilo, è facile avere idee, il problema, la cosa difficile, è trasformare l’idea in un gioco funzionante, divertente, e pubblicabile ovviamente, entro gli standard produttivi, che ovviamente rientrano nelle scelte degli editori. Quindi la cosa cruciale di ogni gioco è il così detto “play test”, cioè la prova del gioco su strada. Perché nessuno al mondo, neanche i professionisti riescono a capire se un gioco funziona o meno solo dalla lettura del regolamento. E’ praticamente impossibile. Dalla lettura del regolamento si può capire se un gioco non funziona, però se funziona va provato, e questa è una parte cruciale che consiglio a chiunque si avvicini alla creazione di giochi, di portare allo stremo, soprattutto con persone che non siano necessariamente amici, che ovviamente tendono a non urtare la suscettibilità dell’autore.

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GC: Ti aspettavi un tale successo per Bang, con tutte le relative espansioni e spin-off?

ES
: Aspettarlo proprio no. Speravo ovviamente in un successo, ma un’affermazione così eclatante non me la sarei mai aspettata sinceramente, non in questa grandezza.

GC: Escludendo Bang e i giochi realizzati da te, hai un gioco da tavolo preferito e un videogioco preferito?

ES
: Sì, nonostante a me piacciano i giochi poco astratti, paradossalmente il gioco che preferisco in assoluto sono gli scacchi, ho anche fondato il circolo locale di scacchi a Civitavecchia, per cui è una grande passione. Videogiochi mi piacciono quelli dell’era d’oro, fino all’inizio degli anni ’90, quindi quelli iniziali, perché quelli moderni li trovo ripetitivi, anche perché ho vissuto l’inizio dell’era dei videogiochi. Uno dei miei videogiochi preferiti è ad esempio “Pirates” di Sid Meier, veramente un gran gioco. Però ce ne sono altri, mi ricordo “Player manager” di Dino Dini per l’Amiga.

GC: Si dice che i giochi da tavolo aiutino più a socializzare rispetto ai videogiochi, secondo te è vero?

ES
: Sì, concordo pienamente con quest’affermazione. Un limite dei videogiochi è che l’interazione con gli altri, anche se mediata da chat o altro, non è mai la stessa di un rapporto faccia a faccia con un altro avversario. C’è tutto un rapporto di meccaniche sociali che si innescano nel gioco da tavolo che non a caso è detto gioco di società rispetto ad un videogioco. Ed è uno dei pregi più grandi in assoluto del gioco da tavolo.

GC: Stai progettando nuovi giochi? Quali sono i tuoi progetti futuri?

ES
: Sì, ovviamente dato il successo di Bang, la priorità è su spin-off, espansioni e quant’altro riguarda il mondo di Bang, nuove ambientazioni, ne uscirà un’altra tra un po’. Quindi l’espansione dell’universo di Bang è sempre la priorità, è il prezzo da pagare per il successo. D’altro canto ho anche altre idee, vediamo, si spera che col tempo che mi resta a disposizione riesca a portarle a compimento.

GC: Ringraziamo Emiliano Sciarra per quest’intervista, un saluto per GamerClick.it?

ES
: Ciao a tutti e divertitevi!