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8.0/10
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Tratta dalla serie di romanzi storici “Ninpocho” di Futaro Yamada, scomparso nel 2001, l’opera intitolata “Basilisk” vede la luce nel 2003, per mano di Masaki Segawa e si rivela meritatamente un capolavoro. Ambientata nell’era Tokugawa, la storia vede affrontarsi, con reciproca violenza, due potenti clan di ninja, gli Iga e i Koga, che all’oscuro dei piani del sommo Ieyasu decreteranno a quale delle due fazioni apparterrà il prossimo shogun.
Dieci ninja per parte, ognuno forte di un’abilità innata, si scontreranno sanguinosamente in un vortice che racchiude pregiudizio, vendetta, odio, paradossalmente controbilanciati da valori quali fratellanza, speranza, amore. Il vero motivo della disputa rimarrà celato a tutti loro fin quando sarà troppo tardi per sfuggire all’irrazionalità, ma il sentimento che lega i capi di entrambi i clan, Gennosuke di Koga e Oboro di Iga, rimarrà indissolubile. Si succederanno così una serie di inganni, di sofferenze, di uccisioni, ma soprattutto si delineerà, attraverso le sopprimenti difficoltà, una tragica storia d’amore che oltrepasserà qualunque ostilità si presenti.
Coinvolgente dalla prima all’ultima pagina, la sceneggiatura di quest’opera potrebbe proprio non avere rivali: considerata la quantità di colpi di scena, la tensione che si viene a creare, capitolo dopo capitolo, diviene troppo insistente per permettere di rilassarsi un attimo. Diverte, appassiona, commuove, spinge a riflettere; ogni elemento è regolato alla perfezione, dai personaggi memorabili alla dinamicità dell’azione, dai dialoghi incisivi ai combattimenti eccezionali. Il disegno è meraviglioso: il character design si eleva a livelli stratosferici; i fondali, spesso e volentieri computerizzati, rendono giusto omaggio all’ambientazione, ogni minima tavola è uno spettacolo dal cuore pulsante che sembra acquisire sempre maggior vitalità, che non scema mai un istante. Cos’altro desiderereste da solo cinque volumi? Esatto, è un’esperienza breve, ma quanto ciò potrebbe effettivamente contare di fronte alle emozioni che una perla del genere è in grado di imprimere? Forse le interminabili “Jumpate” farebbero di meglio? Non credo proprio. Ho elogiato questo titolo già in proposito all’omonimo anime del 2005, e ritorno, anche più insistentemente, ad esprimere la mia adorazione nei confronti di questa versione cartacea. Il mio commento è stato diretto, più esplicito del solito, non ho voluto specificare nei dettagli la grandezza di “Basilisk”, dal momento che si tratta, semplicemente, di un manga da possedere a tutti i costi, senza il minimo indugio, punto e basta.
Impareggiabile, sia entro i limiti del proprio contesto che oltre.