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Attenzione: la recensione contiene spoiler

Introduzione e trama

Ah, la dicotomia bene-male offre sempre degli spunti originali sui quali costruire storie dinamiche, ma soprattutto imprevedibili. E "Troppo cattivi" si dimostra all'altezza delle aspettative, riuscendo a provare che le parti non sono mai a senso unico, bensì che ci può sempre essere un ribaltamento dei ruoli. E proprio il ribaltamento dei ruoli, fatto di discrezione, furtività, inganni e imbrogli, dimostra di essere la colonna vertebrale di questa pellicola. I nostri amici animali sono una banda eterogenea di menti criminali, dedita a furti e rapine di ogni tipo, ricorrendo ad ogni risorsa per mettere le proprie zampe su oggetti di valore di ogni genere. Questo fino a quando Wolff, il capo della banda, non decide di compiere il furto dei furti. Ma non ha fatto i conti con la governatrice della città e con il Professor Marmellata. Questi decide, a seguito dell'arresto della banda, di rieducarli, per dimostrare che tutti possono cambiare. L'esperimento riesce, ma Wolff si fa ingannare e il Profesor Marmellata getta la maschera e si rivela essere una mente criminale. Il gruppo finisce al fresco, ma grazie all'intervento della governatrice, alias Zampa Cremisi, riescono ad evadere e a fermare il Professor Marmellata, il tutto grazie al doppiogioco di Snake. Dopo un anno di carcere i nostri amici riprendono la loro attività.

Influenze

Indubbiamente il film è ispirato alla trilogia di "Ocean", tant'è vero che il protagonista dice di dover sfoderare il suo fascino alla "George Clooney", il quale recita proprio la parte del capo nella trilogia originale. Ciascuno dei protagonisti svolge un ruolo molto preciso nella banda e si comporta ora con concentrazione, ora con molta disinvoltura, per non dare nell'occhio. Anche la grafica stessa presenta una forte influenza dalla trilogia di "Ocean", per non parlare delle musiche che hanno un certo retrogusto alla colonna sonora di "James Bond"; infine, forse (ma è un azzardo dirlo) si intravede qualche influenza anche di "Lupin III". La grafica è un miscuglio ben amalgamato di CGI e disegno a cartoncino e bricolage, che ben rende l'atmosfera ora soffusa e tranquilla, ora tesa e movimentata.

Messaggi

Il messaggio principale del film si imposta sulla sensibile quanto labile dicotomia bene-male, dove apparentemente i ruoli sembrano già prefissati. In realtà, quanto avviene smentisce questo costrutto attraverso un sottile ribaltamento dei ruoli che porta lo spettatore ad immedesimarsi e a capire che, se si ha la volontà di cambiare, si può farlo.

Giudizio finale

Una simpatica storia sulla comprensione, l'accettazione e il cambiamento di sé stessi, per cominciare una nuova fase della propria vita.

Voto: 8,5