Una nuova produzione Otomate si aggiunge al catalogo, sempre più vasto, di visual novel otome per la sfortunata portatile Sony: Psychedelica of the Black Butterfly trascina il giocatore in un mondo a metà tra realtà e sogno nei panni di una giovane priva di memoria e imprigionata, insieme a quattro ragazzi, in una misteriosa villa apparentemente disabitata.
PlayStation Vita sarà riuscita a godere di una new entry valida alla propria lista di visual novel?

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Se dovessi confrontare Psychedelica of the Black Butterfly con il ben più noto Code:Realize Guardian of Rebirth (ulteriore opera pubblicata da Aksys Games), segnalerei immediatamente l'apertura da parte del titolo verso un'audience maschile oltre ad una femminile radicata già dal genere di appartenenza: la visual novel, benché porti il marchio Otomate, è perfettamente usufruibile da lettori grazie ad un'impostazione in grado di rendere l'esperienza di gioco ben lontana dalle solite storie in cui vigono baci appassionanti e romanticismi al confine di una favola con protagonisti un bel principe azzurro e una principessa.
Ciò non implica che la visual novel sia completamente priva della componente sentimentale: Beniyuri, il personaggio che andrete ad impersonare, nell'esplorazione della villa in compagnia di quattro perfetti sconosciuti, si concederà – in base alle vostre scelte – alcuni momenti particolarmente intimi con il ragazzo con cui dimostrerete maggiore affinità.

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Ma Psychedelica of the Black Butterfly non è una storia basata sulla ricerca del fidanzato di turno: è una visual novel in grado di tenere alto l'interesse del giocatore per merito dell'alone di mistero che circonda l'intera esperienza narrativa; non scoprirete immediatamente ogni sfaccettatura delle personalità con cui vi interfaccerete né le motivazioni per cui vi trovate improvvisamente in una villa a voi sconosciuta; anzi: il gioco non mancherà di gettare ben più di una volta il sasso per poi nascondere la mano, lasciando alcuni indizi importanti per intuire scene a cui assisterete con l'avanzare della trama, ma senza risultare troppo scontato nel processo o ricadere in ovvietà.
Lo scandire di tali momenti è tuttavia particolarmente inciso da un ritmo di narrazione alquanto lento, a causa in particolare dei cosiddetti ''short episodes'', episodi secondari che vanno ad arricchire (o ad approfondire) determinate situazioni di gioco.
Tasselli di un puzzle che, di fatto, non propongono alcunché di intrigante se non elementi di fanservice: vi basterà contare tutte le volte in cui Beniyuri tenterà di cimentarsi in piatti culinari per conquistare il palato dei propri compagni di disavventura.

Attraverso un flowchart accessibile in qualunque momento e indicante ciascun capitolo che percorrerete, potrete sempre tornare a compiere nuove scelte, assistendo così ad inediti finali di gioco con i quattro protagonisti dell'avventura (ending più o meno buone e altre catalogabili come ''true ending'') e alla conclusione effettiva dell'intero cerchio narrativo, in grado di risolvere ciascun punto interrogativo rimasto in sospeso nel corso dell'esperienza di gioco.
Un sistema ingegnoso e decisamente utile al giocatore, questo del ''flowchart'', in grado di aiutare di fatto a sbloccare ogni percorso alternativo o bivio previsto dal titolo senza dover consultare forzatamente un'apposita guida (magari giapponese) o scervellarsi nel processo.

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In aggiunta alle classiche scelte che incideranno sull'avanzamento della storia, il giocatore non di rado sarà chiamato a... puntare la pistola contro delle farfalle nere che andranno a circondare il piccolo schermo della console portatile. Una sorta di minigame (analogo a Collar X Malice) che ha un suo perché a livello narrativo, data la costante presenza di tali insetti volanti sia di colore nero che bianco, ma di fatto completamente inutile per il conseguimento di un finale di gioco o in termini di scelte. Infatti, è totalmente skippabile attraverso l'opzione ''Force quit''.

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In quanto a colonna sonora e a stile artistico, il titolo non si classifica tra i più memorabili del genere, tuttavia una nota di menzione va al tema principale di gioco (ascoltabile puntualmente nella sezione flowchart e in alcuni frangenti della storia), le cui note mi hanno ricordato la colonna sonora dell'anime Shiki. Una direzione artistica che compie il proprio dovere, ma che avrebbe potuto osare di più.
  
Psychedelica of the Black Butterfly è una visual novel otome accessibile sia ad un pubblico femminile che maschile, grazie ad una componente romantica per nulla invadente ed esasperata. Tutto è puntato verso la risoluzione dell'enigma rappresentato da una location che vi porterà a chiedervi se ciò che state vivendo è realtà, sogno o totalmente un incubo.
Ciascun quesito rimasto irrisolto verrà esplicato una volta giunti al capitolo finale, permettendovi di mantenere un interesse abbastanza alto da giungere fino ai titoli di coda: peccato solo per gli short episodes poco ispirati e ad una direzione artistica, in generale, che non colpisce.