La presentazione delle specifiche ufficiali dell’ammiraglia Microsoft ha cominciato a far sorgere qualche domanda, alla fine tutte racchiuse in: dov’è finita Sony?
Rispetto alla casa di Redmond infatti, su PlayStation 5 ha aleggiato per mesi un alone di mistero, tra rumor e piccoli accertamenti ma mai nulla di veramente concreto. Forse sospinti dal guanto di sfida lanciato da Microsoft, Sony è uscita allo scoperto in una presentazione evidentemente diretta agli sviluppatori e preparata per l’ormai cancellata GDC 2020. Di sorprese e di conferme ne abbiamo avute e oggi, cercheremo di fare il punto sulle due console.
 
Mark Cerny presenta l'hardware di PlayStation 5

Da quello che abbiamo potuto vedere, questa nuova generazione segna il ritorno di una netta differenza di concept per quanto concerne le macchine. Se da un lato è vero che Xbox è a conti fatti la più potente, vantando 12 TFLOP contro i “soli” 10.28 di PlayStation 5. Ma come un vecchio detto esprimeva, la potenza è nulla senza controllo e in quel di Sony, sembrano abbiano preso una via diversa. Tralasciando le molti similitudini, dallo stesso valore di memoria alla stessa tipologia di SSD, la console Sony punta in modo ineccepibile alla velocità di trasmissione dei dati e cosa non da sottovalutare, una facilità di comprensione da parte degli sviluppatori dell’intero sistema. Di fatti, la frequenza di 2.23 GHz della GPU PS5 e soprattutto un trasferimento dei dati che va dai 5,5 Gb/s (raw) a 8-9 Gb/s (compressed) rendono la nuova console Sony una scheggia rispetto alla concorrente. In termini pratici, invece che caricare di volta in volta solo piccole sezioni di mappa, approfittando di piccoli escamotage per evitare schermate di caricamento, l’intero ambiente di gioco più essere caricato all’istante. Questa è solo una delle tante novità di questa generazione ma da questo punto di vista, Sony sembra avvantaggiata. Mark Cerny, ha inoltre svelato il nuovo utilizzo del suono 3D, scaturito da un processore dedicato denominato Tempest. Così come dovrebbe avvenire anche con Series X, l’intero impianto audio di un videogioco riceverà un enorme boost in termini di qualità e precisione, prendendo in considerazione non solo il singolo oggetto ma l’intera struttura e materiali dell’intero ambiente.
 
Lo schema del chip principale di PlayStation 5

Ma quando si parla di pura potenza tecnica, Series X sembra non avere rivali. Tutto girerà in risoluzione 4K nativa, puntando ai 120FPS. Ma uno degli elementi su cui dovrebbe vedersi una certa differenza è la gestione del ray tracing, gestito da entrambe le console dal calcolo delle Comput Unit (CU) e quindi non attraverso chip dedicati come avviene nelle schede video Nvidia. Se è vero, come detto, che la velocità di trasferimento dati e la frequenza di clock della GPU sono a favore della console giapponese, Xbox conta 52 CU contro i soli 36 di PS5. Anche qui, in termini pratici, la nuova Series X potrà vantare l’applicazione del ray tracing su maggiori elementi di gioco e con una qualità decisamente più alta. Ma le differenze non si fermano qui: maggiore potenza significa più libertà concessa agli sviluppatori, che dovranno preoccuparsi meno dell’ottimizzazione (comunque una cosa sempre cara e gradita).

Arrivati a questo punto però, la console non è più il centro nevralgico del gaming. Una lunga serie di servizi, grazie anche allo sdoganamento dello streaming, possono inasprire ancor di più le differenze. In questi ultimi anni, l’arrivo di Phil Spencer, ha dato nuovo lustro alla sezione gaming di Microsoft, puntando tutto sulla programmazione. È così che Xbox non è solo il mezzo fisico con cui giocare ma un ecosistema di servizi per venire incontro a tutti i videogiocatori del mondo. Possiamo dire “non importa dove giochiate, l’importante che sia con Xbox”. Sappiamo già del GamePass, un servizio in abbonamento con cui giocare qualunque titolo presente nel catalogo, anche alcuni in day one come Ori and the Will of the Wisp. Ma quello che tutti attendono è l’approdo definitivo in tutto il mondo del nuovo servizio streaming, XCloud che già dai primi test presentava caratteristiche ben più consistenti rispetto ad esempio a Google Stadia. Non sottovalutiamo inoltre la retrocompatibilità totale non solo con i titoli delle console precedenti, ma anche con alcuni hardware, come i pad. Citiamo poi solamente il Quick Resume, che permette al giocatore di riprendere una partita da dove si era interrotta e lo Smart Delivery: compri un gioco, vale per tutti i sistemi. Insomma, i problemi con Xbox One sono serviti a Microsoft per imparare dai propri errori e pianificare al meglio questa nuova guerra.
E Sony? Da questo punto di vista, di confermato abbiamo la retrocompatibilità solo con PlayStation 4 e, sembrerebbe, esclusivamente con i migliori 100 giochi, questo almeno al lancio della nuova macchina. Entrambe le console promettono una migliore qualità delle emulazioni, con Series X in grado di esaltare al meglio le vecchie glorie. Eppure in quel di Sony, non sembra trapelare altro, né sul servizio streaming (ma sicuramente ci sarà il supporto a PlayStation Now) né a ulteriori estensioni di retrocompatibilità.
 
Il SOC di Xbox Series X

La nuova console war si presenta molto diversa da quella dell'attuale generazione. Velocità contro potenza, può esserne il riassunto con la console Microsoft in netto vantaggio rispetto a Sony, non solo per quanto concerne la potenza bruta della console stessa ma per tutto l’ecosistema creatosi. È chiaro come la palla ora passa comunque agli sviluppatori, che devono essere in grado di produrre nuove idee sfruttando tutte le caratteristiche possibili messe a loro disposizione dai due colossi. Attendiamoci uno scontro senza precedenti, che può far felici solo noi in quanto giocatori e addetti ai lavori. Di seguito, vi lasciamo con una tabella che confronta in dettaglio le specifiche delle due console.
 
Le differenze hardware tra PlayStation 5 e Xbox Series X