Come detto precedentemente, Mass Effect è stata un'opera mastodontica, che porta a compimento l'evoluzione degli RPG in salsa action come meglio non si poteva. O forse si?
 
Il secondo episodio dell'analisi di Mass Effect

Il passaggio da Mass Effect a Mass Effect 2 fu un trauma per molti, con struttura da gioco di ruolo semplificata in favore di un combat system più frenetico e sicuramente più appagante. Mass Effect 2 segna un netto cambio di registro ma non solo nel gameplay: paesaggi idilliaci dovuti a un ottimismo verso il futuro lasciano spazio ad ambienti sporchi, in cui è necessario imboccare strade sbagliate per fare la cosa giusta. L'entrata in scena (più evidente) di Cerberus e dell'Uomo Misterioso, allargano il punto di vista del giocatore, approfondendo l'evoluzione del pensiero umano una volta entrato in contatto con ciò che è alieno, aprendo le strade alla paura e alla chiusura verso l'esterno. Tra i tanti pregi del secondo capitolo vi è anche la celeberrima Missione Suicida, che porta a compimento le scelte intraprese dal giocatore, sfruttando al meglio nuovi e vecchi compagni; un'epica conclusione per probabilmente il miglior capitolo della saga.
Passando anche dall'importanza del titolo dal punto di vista del marketing e della comunicazione, si arriva a Mass Effect 3. Sappiamo tutti come lo sviluppo abbia aperto crepe ancor più ampie in casa Bioware, sfociate poi nei famosi finali, che verranno presi in esame separatamente. Sul terzo capitolo c'è tanto da dire e per un'analisi più attenta e profonda vi rimandiamo al video qui sotto.