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In questi ultimi giorni di agosto, che ci accompagnano tristemente verso la fine delle vacanze estive e il ritorno alla vita di sempre, è sulla bocca del mondo dell’animazione giapponese tutto un unico argomento: l’ultimo, e veramente ultimo, film del sensei Hayao Miyazaki. Grande curiosità ha destato la totale mancanza di una campagna pubblicitaria, e adesso che sono state divulgate le prime immagini tratte dal film, uscito da qualche settimana nelle sale giapponesi, Lucky Red ne ha annunciato l’acquisizione e l’arrivo anche in terra nostrana. Con il già tanto acclamato “The Boy and the Heron”, giunge al termine la carriera di uno dei più grandi e longevi registi dell’animazione giapponese di tutti i tempi, l’unico in grado di vincere un premio Oscar. La carriera di Miyazaki inizia nei lontani anni ‘70, in compagnia dell’amico di una vita Isao Takahata ed è, come molti sanno, legata allo studio d’animazione da loro fondato, il celebre Studio Ghibli. È risaputo che il primo film dello studio sia “Laputa - Il Castello nel Cielo”, pubblicato nel 1986 e diretto da Miyazaki stesso. In realtà, però, lo Studio Ghibli e la sua poetica devono tutto ad un altro lungometraggio, in cui sono presenti quasi tutti i temi trattati nei lavori successivi e che faranno, in un certo qual senso, da leitmotiv dell’intera produzione dello studio, “Nausicaä della Valle del Vento”. Nato come manga e poi trasposto su pellicola, il film viene pubblicato nelle sale giapponesi l’11 marzo 1984 e, ancora oggi, rappresenta una visione obbligatoria per chiunque voglia comprendere appieno la poetica di un artista immortale come Hayao Miyazaki.

In seguito a un cataclisma che ha sconvolto l’intero pianeta, una foresta tossica ha ricoperto la maggior parte della superficie terrestre. In questo scenario apocalittico, dove una nuova guerra è sul principio di esplodere, il regno della Valle del Vento - governato da Jihl, padre della coraggiosa Principessa Nausicaä - è una delle poche zone ancora popolate. Nausicaä ha due doni: saper cavalcare il vento volando come gli uccelli e riuscire a comunicare con gli Ohm, i giganteschi insetti guardiani della foresta. Grazie alle sue abilità, nonché all’amore e alla stima del suo popolo, la Principessa Nausicaä intraprenderà una coraggiosa sfida volta a ristabilire la pace e a riconciliare l’umanità con la Terra.

“Nausicaä della Valle del Vento” si presenta come il film manifesto del pensiero di Miyazaki, in cui sono presenti molti dei temi e delle ambientazioni a lui cari.

Ecologismo e paura del diverso. Dopo l’olocausto nucleare provocato dai Soldati Titani, queste creature dal potere immenso, la cui natura viene completamente taciuta, la specie umana ha impiegato circa un millennio per rimettersi in piedi. Nonostante ciò, soltanto una zona della terra è abitabile, perché l’altra è ricoperta dalla Grande Foresta, o Mar Marcio, come viene chiamato nel doppiaggio italiano. Il Mar Marcio è in costante espansione ed esala continuamente venefici miasmi. Come viene mostrato più volte nel corso del film, gli abitanti della Valle del Vento devono quotidianamente fare i conti con le spore che minacciano il loro bosco e a cui possono far fronte con il solo utilizzo del fuoco. La minaccia sembrerebbe essere incombente e, per questo, il vicino regno di Tolmechia progetta di utilizzare il fuoco per distruggere il Mar Marcio, in un ennesimo tentativo di vincere la natura, che si prospetta sin da subito fallimentare. In realtà, come scoprirà poi l’astuta Nausicaä, la Giungla Tossica non è malvagia, ma è la reazione della natura alla devastazione prodotta dall’uomo. I suoi alberi purificano l’acqua e la terra, avvelenate dall’uomo, e come effetto secondario rilasciano spore nocive nell’atmosfera. Nausicaä intende preservare la foresta tanto odiata, ma dovrà combattere contro la stupidità degli uomini e la loro paura per ciò che non comprendono. Miyazaki lancia un messaggio e una critica forti; chiede all’uomo di non paventare la natura, ma di comprenderla, inaugurando una pacifica convivenza. In questi tempi di crisi, il messaggio di Miyazaki appare più attuale che mai, ma, sebbene venga ribadito in altri film successivi, come “La Principessa Mononoke”, sembra non essere ancora stato recepito appieno.

Pacifismo. Le truppe di Tolmechia, oltre a voler incenerire il Mar Marcio, combattono una guerra insensata contro Pejite, l’altro regno vicino della Valle del Vento. Nonostante tutti i problemi che affliggono il mondo, l’uomo trova sempre il tempo e il pretesto per farsi la guerra da solo. Era così quarant’anni fa e lo è ancora oggi, a riprova del fatto che la storia non ci ha insegnato proprio nulla. L’accusa contro la volontà dell’uomo di autodistruggersi è presente in parecchie altre opere, come “Il castello errante di Howl” e “Laputa - Il Castello nel cielo”.

Ambientazione steampunk e volo. Nell’opera si ritrovano le stesse strane macchine volanti presenti anche nei film successivi, e queste ci raccontano dell’ormai risaputa passione di Miyazaki per il volo. Uno dei doni di Nausicaä è, infatti, quello di saper volare, grazie all’utilizzo di un apposito marchingegno, di cui ci è completamente sconosciuto il funzionamento. La giovane principessa, però, non è l’unica a possedere questo dono. Le truppe di Pejite si spostano nel cielo con le loro cannoniere volanti munite di mitragliatrici, mentre i soldati di Tolmechia si muovono su delle vere e proprie navi volanti da guerra. Più che sulla terraferma, i due regni si danno battaglia nel cielo, disturbandone la quiete. Tra i film successivi che riprendono queste tematiche di chiaro stampo autobiografico, si ricordano “Porco Rosso” e “Si alza il vento”, giusto per citarne un paio.

Questi temi, così amalgamati, danno vita a una storia dal grande impatto emotivo, visivo e uditivo. Come sempre, i film di Miyazaki non sono solo trama, ma esperienza totalizzante. Da sola, l’ambientazione steampunk-distopica basterebbe a far strabuzzare gli occhi, ma sono la cura maniacale nei disegni, tutti rigorosamente fatti a mano, e l’accurata scelta dei colori per i fondali a fare realmente la differenza. Anche “Nausicaä della Valle del Vento”, come tutti i successivi lavori del maestro, si distingue per un comparto tecnico di prim’ordine e un comparto musicale che riesce a tenergli il passo. L’intramontabile Joe Hisaishi lascia ancora una volta il segno, regalando allo spettatore una colonna sonora emozionante e immersiva.

"Nausicaä della Valle del Vento" è una visione impegnativa, un film che non può essere visto alla leggera, apprezzabile solo da chi è disposto ad aprire la propria mente, per lasciarsi pervadere dalla più pura e autentica poetica miyazakiana.