Quando rilasciarono il primo trailer di Code Vein, si pensò immediatamente a qualche action-RPG dalle tinte dark quanto anime, per poi sfociare in una sorta di Dark Souls ambientato in un mondo post-apocalittico simile a quello introdotto in God Eater, con un piccolo tributo a Tokyo Ghoul sottoforma di maschere vagamente familiari. E la verità, alla fine, non è poi così distante da quest'ultima idea.
 
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In occasione dell'ormai noto evento Level Up Winter Edition di Bandai Namco, siamo tornati, col pad alla mano, a riprovare la crudezza del mondo di Code Vein, soprattutto dopo la dichiarazione del presidente di Bandai Namco che ha definito il titolo "dark" e "hardcore", aggettivi decisamente consoni alla nostra esperienza. E ciò che abbiamo potuto constatare è che Code Vein, in parole povere, è effettivamente Dark Souls con una tinta animata, e non parliamo della difficoltà: sin dai primi passi, e se avete almeno provato un Souls/Bloodborne, vi accorgerete che la pesantezza del personaggio, nonché una gran parte delle proprie animazioni, ricalca fortemente i noti titoli creati da From Software.

Come se ciò non bastasse, le stesse creature incontrate nella nostra versione di prova trasmettevano un forte senso di deja-vù sia ogniqualvolta tentavano di aggredirci, sia nel momento in cui, dopo aver subito sufficienti danni (illustrati da una barra vitale anch'essa presa da un qualsiasi Souls), cadevano sotto gli incessanti colpi del protagonista. Un discorso analogo si può fare con il boss disponibile per la demo, decisamente troppo prevedibile, se non scontato, nei suoi pattern d'attacco, forse a causa della forte saturazione del genere Souls negli ultimi anni. 

Sul fattore difficoltà, ironicamente, è incredibilmente difficile esprimersi proprio a causa di ciò che è stato possibile provare: parliamo, infatti, di una sezione particolarmente ristretta del gioco, di cui non sappiamo se ambientata nella prime fasi dell'esperienza o altro. In ogni caso, l'accompagnamento praticamente costante di un alleato è stato in grado di facilitare enormemente i diversi scontri, soprattutto nell'eventualità (frequente) che i nemici prendessero di mira il nostro compagno piuttosto che la nostra pellaccia, lasciandoci completamente liberi di distruggere con tranquillità gli avversari. E forse proprio tutto ciò sarà la chiave per donare un pizzico di appeal in più a Code Vein, magari fornendo maggiori approfondimenti ai nostri sventurati commilitoni utilizzando un sistema di relazioni, eventi e quest secondarie; trasformando un genere vissuto prevalentemente in single-player in qualcosa di più accessibile e meno frustrante a chi cerca un'avventura tosta ma non eccessivamente punitiva, possibilmente aiutato da qualche amico pronto ad avventurarsi in una caccia spietata di demoni.
 
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Definire Code Vein in questo momento è particolarmente ostico: nonostante non si sia ancora visto nulla in merito alla componente narrativa del titolo, come gioco sembra non volersi differenziare eccessivamente da Dark Souls, al momento, optando per una strada più sicura e già spianata da From Software piuttosto che cercare una propria identità come Nioh. Come nel caso di SoulCalibur VI, attenderemo una nuova demo (o beta) prima di esternare un giudizio più sicuro su quello che, per ora, si propone per ciò che è stato visto: un Souls particolarmente anime.

In attesa di una nuova build del titolo, ecco un nostro gameplay di Code Vein, filmato off-screen:
 



Vi segnaliamo infine tutti gli articoli finora pubblicati sull'evento Level Up Winter Edition di Bandai Namco: